Ecomafia

Le organizzazioni criminali che commettono reati arrecanti danni all'ambiente, costituiscono quella che oggi viene comunemente definita EcoMafia.
Gli illeciti maggiormente perpetrati e, purtroppo, particolarmente lesivi per gli equilibri ecologici sono il traffico e lo smaltimento illegale dei rifiuti, l'abusivismo edilizio e gli incendi boschivi dolosi.

Per quanto concerne il ciclo dei rifiuti, i reati possono avvenire nelle fasi di produzione, trasporto e smaltimento.
Il produttore, ad esempio, può dichiarare il falso circa le quantità o le tipologie di rifiuti da smaltire oppure può aggirare gli obblighi di legge affidando l'attività di smaltimento ad imprese che, utilizzando metodi illegali, lavoreranno sottocosto.
A livello di trasporto, invece, manomettere un documento di classificazione delle merci, può consentire di modificarne la destinazione o rendere molto complicato il controllo ed il reperimento del carico.
Nelle operazioni di smaltimento, infine, ci sono le maggiori possibilità che avvengano truffe e illeciti. Solo per citarne qualcuno:
- variazioni fittizie di impianti di smaltimento;
- abbandono di materiali accumulati a seguito di bancarotte fraudolente delle imprese;
- trattamenti difettosi o inadeguati di sostanze pericolose;
- versamento di rifiuti in cave estrattive trasformate in discariche abusive;
- deposito dei rifiuti cosiddetti "speciali" (quelli derivanti da attività agricole, di costruzione, demolizione e scavo, da lavorazioni industriali e artigianali) in discariche autorizzate i rifiuti solidi urbani.
Una discarica regolarmente gestita è soggetta a precisi vincoli di destinazione e deve essere tenuta sotto controllo dal punto di vista dell' impatto ambientale per almeno 30 anni dal termine del suo utilizzo. Per questo vengono impiegati strati di argilla, sabbia e terra per isolare i vari livelli di rifiuti creati, al fine di limitare od impedire del tutto infiltrazioni di sostanze pericolose nel terreno ed emissioni nell'aria dei gas derivanti dalla degradazione.
I rischi connessi a questo genere di attività illegali riguardano, innanzi tutto, i danni alla salute degli operai impiegati nella movimentazione, di quelli che si occuperanno del riciclo, recupero o smaltimento finale e, in merito al trasporto di rifiuti tossici e pericolosi, l' inquinamento ambientale delle aree di transito e di destinazione.
Dietro gli ingenti guadagni derivanti da tali azioni criminose, inoltre, si nasconde anche lo "sfruttamento" dei paesi cui si convogliano illegalmente i rifiuti; paesi che non sono dotati delle tecnologie, degli impianti e delle risorse adeguate a garantire un corretto smaltimento o un riciclo in sicurezza.
I traffici internazionali di rifiuti provenienti dagli stati europei e che partono o transitano dall'Italia hanno, soprattutto, come destinazione Stati quali Nigeria, Mozambico, Somalia, Senegal, Tunisia, Pakistan e Cina. Si approfitta, quindi, della debolezza economica di territori ancora in via di sviluppo a discapito della salvaguardia ambientale e sanitaria degli stessi.
Tutto ciò implica, inoltre, un forte disincentivo alla riduzione della produzione:
più rifiuti ci sono in circolazione e maggiori saranno le difficoltà connesse allo smaltimento, più spazio si crea per le operazioni illecite e maggiori saranno gli introiti ottenuti dall'EcoMafia.
Le organizzazioni criminali, in pratica, sfruttano il potere ed il controllo sul territorio per imporre un uso indiscriminato delle discariche legalmente presenti ma con precisi vincoli sulle tipologie dei materiali da raccogliere o per trasformare delle cave per le attività estrattive in enormi discariche abusive.
Il ruolo giocato dalle mafie "tradizionali", quindi, è generalmente molto importante nelle attività ecomafiose, ma spesso sono imprese private, amministratori locali e organi di controllo corrotti a costituire reti che compiono reati ambientali.
La Commissione Parlamentare d'Inchiesta sul Ciclo dei Rifiuti tracciò, a metà degli anni '90, tale situazione e nella relazione conclusiva si legge:
" (...)Non è la sola criminalità organizzata ad operare in modo illegale. Esistono, infatti, società commerciali o imprese non legate ad essa, ma che hanno come "ragione sociale" la gestione illecita dei rifiuti, soprattutto d'origine industriale. Il minimo denominatore comune è la ricerca dello smaltimento al minor costo, senza alcun controllo sulla destinazione finale del rifiuto. Nella gestione illecita del ciclo dei rifiuti non si registrano forme di concorrenza o scontri come invece accade in altri settori criminali (traffico degli stupefacenti o controllo del racket): il business è evidentemente talmente consistente da rendere preferibile la collaborazione alla concorrenza spietata(...)"
I danni provocati da comportamenti illeciti quali l'indiscriminato smaltimento dei rifiuti, il trasporto ed il transito di materiali inquinanti o pericolosi senza il dovuto rispetto delle norme sulla sicurezza, la creazione di discariche abusive, ricadono direttamente sull' ecosistema di un territorio, sulla salubrità delle aree agricole limitrofe e delle falde acquifere presenti e sulla salute stessa degli abitanti delle zone interessate.
Se, ad esempio, vediamo qualcuno che trasporta incautamente dei rifiuti o li abbandona nelle campagne dobbiamo sporgere denuncia alle forze dell'ordine.
Se conosciamo o ci capita di trovarci davanti a piccoli o grandi spazi diventati ormai veri e propri depositi di rifiuti o se sappiamo persino della presenza di discariche abusive nelle nostre vicinanze, dobbiamo segnalare tali aree alla Procura della Repubblica, al Sindaco o agli organi provinciali competenti per territorio.
Essere maggiormente consapevoli dei rischi, coinvolgere, sensibilizzare ed informare su questi temi, dovrebbe diventare una pratica quotidiana per il bene delle nostre città e di noi stessi.

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